II DOMENICA DOPO NATALE (3 GENNAIO, ANNO ‘C’)

Domenica 3 gennaio 2016
II domenica dopo Natale (3 gennaio, Anno ‘C’)
Cristo: volto visibile del Dio invisibile!
“Commento di don Franco Galeone”
(francescogaleone@libero.it)
* Dobbiamo riflettere ancora sul Natale, in forma meno emotiva e più sapienziale. Oggi la chiesa ci propone letture solenni, frutto di attenta elaborazione teologica. Sembra quasi che la chiesa, preoccupata delle distrazioni natalizie, ci offra un supplemento di riflessione. Naturalmente, non potendo approfondire tutte le verità della Scrittura, faremo una selezione. “Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi”. E’ un messaggio che non ci scuote più di tanto. Questo della co-abitazione, meglio, della in-abitazione di Dio tra gli uomini è un annuncio divenuto irrilevante. Se una comunità di sieropositivi viene ad abitare vicino ai palazzi dei ricchi, se una famiglia di marocchini viene ad abitare nel nostro bel condominio, se degli zingari appoggiano i loro carrozzoni alle nostre ville di gente per bene … si scatena una rivolta popolare. Al contrario, a chi ci chiede l’indirizzo di casa, con orgoglio aggiungiamo di abitare a pochi metri da Celentano o dal presidente Sergio Mattarella. La notizia che Dio diventa nostro inquilino non ci riempie di gioia. Eppure Gesù viene ad abitare tra i suoi. E’ una provocazione? Dovremo rispedirlo nella sua stalla? Denunciarlo come abusivo? Rimetterlo in croce? Fare finta di niente? Oppure accoglierlo come i Pastori, come i Magi, come i Semplici di cuore, e sperimentare con lui i misteri gioiosi, gloriosi, dolorosi della vita? Siamo liberi di accoglierlo o di rifiutarlo! A quanti lo accolgono, però, Gesù dà la gioia di diventare figli di Dio. * Il prologo di Giovanni è un bellissimo poema, composto da 18 versetti, molto densi. Ogni parola conclusiva di un versetto viene ripresa nel versetto seguente. Giovanni racconta in 18 versetti la storia del mondo; un riassunto breve ma preciso che riassume le pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento. Una traiettoria che parte dall’eternità, un Dio che esce da se stesso, per entrare nella storia, per dichiarare all’uomo il suo amore. “In principio era il Verbo” è un versetto che richiama quello della Genesi: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Giovanni precisa che il vero principio è il Verbo: egli viene prima della creazione, anzi, questa è stata possibile grazie al Verbo: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui”. Con il termine Verbo, Giovanni non intende un concetto filosofico, una parola astratta, ma il Cristo storico, vivente, nato da Maria. Gesù è il Verbo, il Dio manifestato, l’immagine visibile del Dio invisibile. Le parole che Dio aveva detto prima per mezzo della creazione, dei profeti, dei giusti, erano parziali. Dio era rimasto ancora misterioso e invisibile. Deus velatus! Ad un certo punto Dio parla chiaramente, esce dal suo silenzio. Deus revelatus! Gesù è il Comunicatore definitivo di Dio, è tutto parola e parola di tutto, parla di un Dio diverso da come lo immaginavano gli uomini: è un Dio Trinità d’amore, è un Padre misericordioso, siamo tutti figli e fratelli.
* Va sottolineata questa forte espressione della Scrittura: “Nessuno ha mai visto Dio”. Egli rimane uno Sconosciuto. Noi abbiamo parlato di Dio in maniera troppo presuntuosa e razionalistica. Ci siamo serviti di Dio per proteggere gerarchie stabilite, ordini sociali infami, autorità arbitrarie; alla fine, gli uomini umili si sono ribellati contro Dio, e noi li abbiamo accusati di ateismo, ma in realtà essi hanno buttato via il nostro Dio. Il Dio di cui parla Gesù non è il dio dei filosofi, il dio del sistema, il dio dei potenti, il dio degli intellettuali. Il Dio della Sacra Scrittura non è quello delle cinque vie di san Tommaso o della prova ontologica di sant’Anselmo (tributo culturale all’antichità più che spiegazione del Vangelo), ma è quello contenuto nel Vangelo.
* Per molti, oggi, Dio non fa parte della vita. La sua esistenza è messa in dubbio, meglio, la sua Parola non dice nulla. L’ateismo è diventato un fenomeno di maggioranza, un segno di maturità raggiunta. Non è facile spiegare il problema dell’ateismo; le sue radici affondano nella coscienza individuale, nelle colpe di tanti cristiani, nell’ignoranza del vero messaggio evangelico. Per questo la chiesa non sceglie la via della scomunica ma del dialogo, e ricorda all’uomo che egli è correlativo a Dio, è fatto per lui, come il concavo e il convesso. Ogni conquista dell’uomo aumenta in lui il desiderio di andare oltre, fino alla piena verità. Togliere Dio come termine della ricerca significa mutilare l’uomo. La cosiddetta “morte di Dio” si trasforma nella “morte dell’uomo”. Due devono essere allora i ritmi dell’uomo: godere della conoscenza di Dio, e cercare sempre appassionatamente Dio. Cercare Dio, anche se non viene trovato, non è mai una fatica inutile! Solo in Dio, ci ricorda Agostino, riposa il nostro cuore inquieto.
* Quando i primi cristiani parlavano della Sapienza eterna o del Logos, sapevano di che parlavano. Essi utilizzavano parole che erano innervate nella cultura del loro mondo, ma noi, oggi, quali parole useremo? Una volta che noi giriamo le spalle a interessanti ma obsolete teologie, noi assumiamo il peso della ricerca, la fatica della verità. Il credente ha il diritto di crearsi gli strumenti e le forme del proprio esprimersi, pure all’interno della coralità della fede, della comunione della chiesa. Senza questo momento forte, di scavo nella nostra condizione umana, la fede appartiene alle esperienze stanche destinate a morire nel succedersi delle generazioni. Passeranno i cieli e la terra, le civiltà, le repubbliche, le monarchie, i socialismi, ma il nome di Dio sarà permanente, la sua parola non tramonterà, se noi ci sforzeremo di essere liberi e fedeli al suo Vangelo. Queste riflessioni non sono una conclusione pacificante, ma invito ad una ricerca onesta ed appassionata. Senza fine! AUGURI e BUONA VITA!

סדר סעודת האדון
רומא מנהג לפי
Eucaristia del Signore – Rito romano
Lingua originale di Gesù di Nazaret.

Un tempo di forte spiritualità
per riflettere sul profeta Isaia

אִמְרוּ֙ לְנִמְהֲרֵי־לֵ֔ב חִזְק֖וּ אַל־תִּירָ֑אוּ הִנֵּ֤ה אֱלֹֽהֵיכֶם֙ ה֥וּא יָב֖וֹא וְיֹשַׁעֲכֶֽם ׃

Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete!
Ecco il vostro Dio! Egli viene e vi salverà (Is 35,4).

Ogni ultimo sabato del mese (a partire da ottobre), ore 17.00
Parrocchia “Gesù Buon Pastore” (Sala G. Moscati) – Caserta
Prossimo incontro: sabato 30 gennaio

Informazioni: 0823.329.273

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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