SAN NICOLA LA STRADA –I Comitati delle Due Sicilie di Fiore Marro stamattina a Napoli a fianco del Movimento dei Forconi

 

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Nunzio De Pinto

 “I Comitati delle Due Sicilie, da sempre in prima linea per le rivendicazioni di equità sociale e di identità nazionale del popolo duosiciliano, si uniscono incondizionatamente alla manifestazione che questa mattina si terrà nella Piazza antistante la Stazione Centrale dell’antica capitale duosiciliana a partire dalle 9.30 per fornire sostegno ai compatrioti siciliani del “Movimento dei Forconi” e contro la corrotta e venduta classe politica di questo Stato”. A darne notizia è il Presidente nazionale dei Comitati delle Due Sicilie (CDS), l’imprenditore sannicolese Fiore Marro. “A tutti i dirigenti, gli amici, soci e simpatizzanti dei Comitati Due Sicilie” – è lìinvito che rivolge Marro – “ci appelliamo alla vostra coscienza, andiamo tutti per dire “Basta !!!”. Il momento storico che stiamo vivendo ci impone di essere ove il nostro popolo ha più bisogno di noi, se vogliamo continuare ad essere sottomessi o riscattare la nostra identità sta a noi la scelta”. I manifestanti del Movimento dei Forconi della Sicilia, costituito da agricoltori, pescatori e – soprattutto – autotrasportatori, chiedono il rimborso delle accise sul carburante, l’abbattimento dei pedaggi e dei costi di traghettamento, garanzie sulle produzioni locali il cui prezzo è aggredito dalla merce proveniente da Paesi extracomunitari. E, nonostante la scarsa visibilità sui media nazionali, oggi la protesta raccoglie sempre più consensi e sostegno e ottiene una stentata attenzione sulla stampa e sulle tv nazionali. Sembra la ripetizione di un copione già visto in occasione del blocco messo in atto dai trasportatori nell’ottobre 2005. Ma questa volta c’è un elemento di novità. Le rivendicazioni portate avanti non riguardano solo le categorie promotrici della protesta: aumento del costo del carburante, sostegno delle banche alle imprese attraverso un più facile accesso al credito le principali. E non si tratta di rivendicazioni generiche o infondate. In Sicilia si estrae la maggior parte del greggio italiano e si raffina l’80% della benzina italiana; hanno 8 raffinerie importanti che hanno massacrato tutte le coste siciliane e pagano un prezzo altissimo in termini di inquinamento ambientale e costi sanitari. Il tasso di incidenza tumorale in Sicilia (soprattutto nelle aree interessate dai fumi delle raffinerie, come Gela, Milazzo o Priolo) è impressionante; e il sistema sanitario regionale è gravato da un numero altissimo di malati affetti da patologie tumorali. Senza parlare delle malformazioni dei feti e dei neonati che si presentano nei comuni circostanti i poli petrolchimici. Aggiungiamo nel pesante fardello che la Sicilia si porta sulle spalle anche la scadente rete di collegamenti stradali, la mancanza di tariffe aeree speciali per i residenti nell’isola e, non ultimi, i tagli di Trenitalia alle corse da e per la Sicilia. E nonostante questo, i proventi delle attività di estrazione vanno fuori dalla Sicilia, a cui rimangono ( a fronte di un affare da 300 mln di euro) solo 470.000 euro di concessione Regionale. Insomma, i motivi per una rivolta popolare ci stanno tutti. E se dal movimento dei forconi venisse fuori solo una rivendicazione di categoria, o si mirasse ad ottenere solo benefici rivolti ad autotrasportatori e pescatori, assisteremmo ad una brutale e sporca speculazione sulla pelle dei siciliani. Occorre allargare la base della protesta; occorre fare di questa battaglia un’occasione per rivendicare sacrosanti diritti; occorre portare avanti una ferrea battaglia contro chi da Roma, con una sempre maggiore pressione fiscale, sta martoriando una terra fin troppo martoriata.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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