Veritas sulle intercettazioni

Ricordi Giochi gioventù salto in alto di Vincenzo Parente

Vi riporto questo articolo tratto da virgilio, per sottolineare la stoltezza di questa nuova normativa sulle intercettazioni. Paghiamo lo scotto di avere al governo un uomo fiero di se e ingordo della sua potenza. Chi vi parla è una persona che ha votato il PdL, ma che in questi politici non solo non crede più , ma non li voterà per le prossime elezioni.
Diceva Cesare:” Alla fine diventerai quello che tutti pensano tu sia.” Per me Berlusconi sta divenedo un despota.
Saluti Veritas.

Le maglie della rete

11 giugno 2010
Sarà possibile ‘linkare’ gli atti processuali riportati integralmente su siti e blog stranieri

Approvata la legge sulle intercettazioni, parlamentari e uomini di governo adesso possono iscriversi a un bel corso di informatica. Sarà in Rete che troveranno spazio notizie e documenti vietati dal bavaglio italiano. Silvio Berlusconi, che voleva una norma ancora più dura, “non sa navigare sul Web” – come ha confessato il fido Mario Valducci – e non ha messo in conto che nell’epoca della comunicazione digitale, è impossibile imprigionare informazioni dentro confini geografici. Come potrà la Rete venire in aiuto a organi di stampa e blog che vogliono informare? Tutto è affidato a siti internazionali che potranno pubblicare intercettazioni e atti d’indagine. Gli organi d’informazione e i blog italiani potranno linkare documenti e, avvalendosi del diritto di cronaca, dare le notizie.

Aprire un sito. Aprire un sito Internet è un’operazione ormai alla portata di tutti. È sufficiente acquistare o affittare spazio su un server e installare un apposito software per la pubblicazione di pagine Web. In Italia si può naturalmente scegliere anche un server straniero: dall’India alla California sono migliaia le aziende che con un centinaio di euro all’anno offrono assistenza h24 e spazio illimitato.

Siti Web all’estero. Non è sufficiente che il server di un sito sia all’estero per non dover sottostare alla legislazione italiana. Come indicato dalla direttiva europea sul Commercio elettronico, fa fede invece la residenza dell’editore (o del singolo) a cui è intestato lo spazio sul server e il nome di dominio (ovvero l’indirizzo web).

Intercettazioni all’estero. L’editore di un sito (cittadino o società) di uno Stato estero che ha i server ubicati fuori dall’Italia, non deve sottostare alla legge sulle intercettazioni. Singoli blogger, testate online, portali web di quotidiani non italiani, potranno tranquillamente pubblicare intercettazioni e atti di inchieste italiane.

Cosa riportare. Cosa possono riportare le testate italiane di un’intercettazione vietata in Italia e pubblicata da un sito web all’estero? Se per esempio, il blocco delle intercettazioni fosse già in vigore, i giornali cosa avrebbero potuto raccontare degli imprenditori della cricca che ridevano la notte del terremoto? “Se fosse apparsa su siti esteri, i giornali italiani avrebbero potuto dare la notizia – ci dice Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale – La stampa ha il diritto di informare, una norma che vietasse di dare la notizia, sarebbe incostituzionale”. Per fare un altro esempio, ipotizzando un nuovo caso Scajola, con intercettazioni pubblicate all’estero si potrebbe scrivere: “Il tale portale di news, riporta che secondo un’intercettazione telefonica la casa del tale uomo politico sarebbe stata pagata da terzi”.

Come collegarsi dall’Italia. Nel mare magno della Rete potrebbero proliferare in maniera esponenziale atti e intercettazioni italiane pubblicati all’estero. Per districarsi in questa selva oscura bisogna affidarsi all’attendibilità di testate giornalistiche o blog, che potranno linkare pagine web dove sono pubblicati documenti che interessano ai propri lettori. Un link, infatti, non è una “pubblicazione” ma una “segnalazione telematica” non vietata dalla legge appena approvata.

Bloccare un sito dall’Italia. Attualmente la magistratura può imporre ai fornitori di servizi in Italia (quelli che ci portano la connessione a casa) di inibire l’accesso a siti specifici. Ma, come spiega l’avvocato Guido Scorza, esperto di legislazione digitale “si possono rendere non reperibili singoli siti web solo per reati di pedopornografia e di giochi d’azzardo”. La pratica di oscuramento, inoltre, agisce su interi domini: se la magistratura decidesse di bloccare, per esempio, una singola pagina del Paìs, dovrebbe inibire dall’Italia l’accesso all’intero portale del quotidiano spagnolo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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